sabato 27 marzo 2010

LA PRIMA CONVERSAZIONE DEL 2010: PRONTOSOCCORSO a cura di Biacaluce Robbiani

Trentadue land visitate nel 2009, una media di 40 presenze a lezione, 1500 partecipanti totali.

Questi i numeri di “Scienza on the road” il progetto di divulgazione della Fisica e delle scienze su SL.

Il progetto itinerante che ha “messo in circolo” per il Metaverso la scienza, dopo il grande successo della passata edizione replica con nuovi docenti e con un programma ancora più ricco di argomenti: neuroscienze, medicina, letteratura, scienza del recupero delle opere d’arte. Il tutto svolto con semplicità ed interattività con il pubblico perché il motto degli organizzatori, Second Physics e Immersiva.2Life, è “La scienza resa facile e divertente”, un modo per conoscere, discutere ed approfondire scoperte ed invenzioni, dubbi e misteri dell’universo. La tappa all’Anfiteatro del Popolo - Artidea-Città Ideale - per gentile concessione dell’owner Ketty D’Agostino, ha visto come protagonista Biancaluce Robbiani.


1. Biancaluce, ti facciamo esattamente la domanda che poni all’inizio delle tue conversazioni. Primo soccorso: attori o spettatori?

Sì, è proprio vero, spesso si perdono vite umane perché non si interviene e chi si trova sul luogo di un incidente preferisce astenersi da prestare soccorso. Generalmente i soccorritori possono essere dei professionisti oppure non esserlo, dal punto di vista professionale, e in tal caso vengono chiamati LAICI ma tutti hanno ricevuto una formazione certificata “IRC – Italian resucitation Council” per prestare primo soccorso in situazioni di emergenza. Il “basic life support” è una serie di passi che ogni soccorritore che agisce in sicurezza, sua e degli altri, deve sapere mettere in pratica.

2. Potresti spiegarci il significato della stella della vita? Perché è così importante?

Il significato della stella della vita riassume in se le 6 fasi in cui si sviluppa il soccorso. Il primo punto indica la ricezione della chiamata, il secondo l’invio del mezzo di soccorso, il terzo l’arrivo sul posto, il quarto il primo trattamento, il quinto le cure durante il trasporto, infine il sesto punto indica l'arrivo al pronto soccorso. Ciascuna di queste operazioni richiede delle competenze di base. Per esempio è di fondamentale importanza avere delle nozioni di "basic life support", la tecnica che può essere determinante prima che le condizioni vitali precipitino. Difatti spesso si arriva in un luogo dove non si hanno sufficienti informazioni, la casistica domestica è abbastanza eloquente, si potrebbero citare frequenti casi di avvelenamento, annegamento, come di arresto cardiaco oppure soffocamento.

3. Nel primo soccorso quali sono le tecniche impiegate in Italia?

Per il primo soccorso la tecnica in Italia comprende, come linea guida, la respirazione bocca a bocca e la compressione toracica. La defibrillazione invece necessita di una certificazione ulteriore dopo quella di base. Il defibrillatore permette di ripristinare un battito normale, analizzando automaticamente la causa dell’arresto cardiaco. Il defibrillatore è in grado di decidere autonomamente se emanare la scarica, qualora la causa fosse tra quelle “defibrillabili”. In ogni caso, in presenza di arresto respiratorio e/o arresto cardiaco, l’organo che ha bisogno di ossigeno costantemente, è il cervello. Il tempo massimo di sopravvivenza, in assenza di ossigeno, è di 4 minuti, dopo di che si hanno danni cerebrali permanenti. Importante, quindi, in una situazione di primo intervento, è la respirazione bocca a bocca, combinata da compressioni del torace, per assicurarci che l’ossigeno ancora presente nel sangue e quello insufflato all’infortunato arrivino al cervello. Considerando che l'aria che respiriamo contiene solo il ventuno per cento di ossigeno e il resto è gas, quando espiriamo l’aria che esce contiene ancora un 16% utilizzabile per la respirazione bocca a bocca. Quindi, tramite la respirazione bocca a bocca possiamo dare il cinque per cento di ossigeno emesso dalla espirazione. Altra cosa importante è la tempestività. Se noi restiamo "astanti", cioè intorno senza fare nulla, i minuti senza ossigeno aumentano le probabilità di danni cerebrali.

4. Hai detto che un punto del significato della stella della vita indica "la ricezione della chiamata". Potresti spiegarci meglio in cosa consiste e per quale motivo viene scandito anche nella serie di eventi chiamata “catena della sopravvivenza”?


Tra la ricezione della chiamata e il conseguente arrivo del primo intervento si può fare una valutazione della scena. Da notare inoltre che bisogna chiamare il 118 anche se abbiamo un incendio e una persona da salvare, saranno loro ad avvisare i vigili del fuoco. È fondamentale in questa fase mettere in sicurezza la zona, come per esempio dalla presenza di cavi elettrici. Non possiamo rischiare la nostra vita e quella dei soccorritori. Solo i professionisti possono intervenire e, nel caso di un traumatizzato, tutto è considerato potenzialmente lesivo della colonna vertebrale. Si potrà quindi bloccare il collo del traumatizzato e verificare verbalmente se il paziente è cosciente. Se non dovesse rispondere verbalmente, si dovrà evitare scuoterlo lateralmente, ma solo verticalmente, leggermente, in modo da non muovergli la testa. E questo vale anche per l'intervento di un cosiddetto "laico", cioè un non professionista che comunque può intervenire. Infatti l’attività di IRC dell’ Italian Resuscitation Council oltre che organizzare corsi per medici, infermieri, forze dell’ordine e vigili del fuoco, organizza corsi anche per persone non addette ai lavori, rilasciando certificazioni rinnovabili. IRC si occupa di istruire anche gli istruttori, essendo l’unico ente preposto a rilasciare certificazioni valide in tal senso in Italia. Vngono organizzati corsi anche per l’adeguamento delle aziende slle normative che prevedono la presenza di un certo numero di persone che hanno fatto training di soccorso.

5. E se il paziente si trovasse in uno stato di incoscienza?

Sono tre le procedure che si devono seguire se la persona che si soccorre non dovesse rispondere o dare cenni di coscienza. Poi scoprire il torace, per esempio togliere indumenti come la cravatta che bloccano la respirazione. Si dovrà quindi prestare attenzione alla bocca, perché quando una persona è incosciente la lingua collassa. Si eleva quindi il mento affinché ciò non accada. Per prima cosa si osserva il il torace se si muove, si appoggia la guancia verso la bocca per percepire il respiro sulla nostra pelle e “ascoltarlo”. È importante contare i respiri del paziente, perché se dovesse avere un respiro irregolare oppure emettere dei rantoli, sarebbe un indizio di sospetta insufficienza a espandere i polmoni per far passare l'aria.

6. È a questo punto che si pratica la cosiddetta tecnica RCP?

Sì, è a questo punto che si potrà eseguire la manovra di RCP (rianimazione cardio-polmonare). Il massaggio RCP consiste nel poggiare le mani al centro del torace, in corrispondenza del centro della linea fra i capezzoli, eseguendo un appoggio molto forte dei due palmi delle mani sovrapposti e incrociati, ottenendo così una massima compressione con il minimo sforzo. Comprimere e rilasciare, senza far rimbalzare il torace staccando le mani. Il ritmo è dato da cento compressioni al minuto circa avere cioè un ritmo "forte-veloce". Si praticano una serie di trenta compressioni, alternate da 2 "insufflazioni". Osservando invece il torace del paziente, quando l'aria è insufflata, si potrà determinare se la respirazione bocca a bocca sta avendo successo. La manovra RCP si può sospendere solo quando arriva il pronto soccorso, oppure quando si è esausti e non c’è nessuno che può darci il cambio. Oppure il luogo non è più sicuro. Ma finché non arrivano i soccorsi e il soggetto non riprende le funzioni vitali, si continua con la tecnica RCP.

7. La panoramica che hai illustrato su tutto quello che si apprende in un corso da soccorritore di base è sufficiente per definirsi soccorritore?

No, assolutamente no. Un soccorritore per definirsi tale deve aver frequentato un corso IRC, come dicevo prima. Spesso in tanti, specialmente nelle situazioni di emergenza in caso di annegamento, si improvvisano soccorritori ma, non avendo le conoscenze appropriate, spesso si finisce per assistere a epiloghi disastrosi per l’infortunato e per il soccorritore improvvisato.

La mia panoramica è un invito a prendere contatto con IRC sul sito http://www.ircouncil.it , per avere maggiori informazioni sui corsi a disposizione. Possiamo tutti salvare una vita.

Enne & Malvarose